Pensando alla scuola Russa ed in particolare a Sheyko, c’è un argomento interessante con il quale però non sono d’accordo: lavorare con carichi superiori al 90% è particolarmente faticoso per l’atleta!
Sheiko (o chiunque gestisca i suoi account sui social media) ha recentemente pubblicato questa sua opinione… vi espongo il mio pensiero.
A parer mio, dal punto di vista meramente fisico, non c’è nulla di così gravoso per l’atleta intorno al 90%. Osservando il contesto, non è difficile da intuire che ciò che realmente può risultare deleterio è l’Hype e la fatica psicologica.
Sheiko pianifica la maggior parte dei suoi carichi di allenamento nell’intervallo 70-85%, superando l’85% in cicli di allenamento in vista delle gare.
Quindi, per un atleta abituato ad allenarsi in questo intervallo di carico, una singola al 90% o al 95% risulterà essere devastante ed anche caricarlo sul bilanciere farà battere il cuore a mille con conseguente sudorazione dei palmi delle mani.
In queste circostanze, sì, il carico al 90% è stressante, ma contestualizzato all’eccitazione psicologica dell’atleta e soprattutto al fatto che non è abituato a lavorare a quella percentuale di carico.
D’altra parte, ci sono allenatori, come me, che programmano frequentemente singole ad RPE@8, che risulta essere il 92-93% in genere. I miei atleti riescono a gestirlo ogni settimana e non mostrano alcun segno del temuto “sovrallenamento”.
Nelle prime due settimane di programmazione, potranno essere sicuramente un po’ stressati e/o spaventati dall’idea di fare singole pesanti, ma con le dovute precauzioni e il giusto allenamento diventa quasi normale.
Con questo spirito, una singola al 90% (anche 92%) risulterà essere abbastanza facile. Devi eseguirla correttamente, certo, ma non dovrai grindare per completare la ripetizione.
Va da sé che non tutti rispondono bene a questo tipo di programmazione. L’allenamento deve essere adattato all’atleta, pertanto se un atleta non risponde bene alle singole, non per forza devono essere inserite.
A questi carichi, l’allenamento offre diversi vantaggi agli atleti: è altamente specifico e, l’atleta, adeguatamente preparato dal punto di vista tecnico, allena l’esercizio principale con carichi da competizione.
L’atleta può aspettarsi di migliorare i punti più fini dell’esecuzione tecnica man mano che acquisisce esperienza con carichi più elevati. Possono migliorare altri aspetti neurali della forza – rigidità, posizionamento, coordinazione inter / intra muscolare ecc. Ciò che conta di più in assoluto è lo sviluppo della forma fisica, i miglioramenti nella forza e nella competenza tecnica ai carichi alti.
Dal punto di vista dell’allenamento, le singole danno un idea di come si comporta l’atleta con carichi pesanti. Possiamo selezionare, identificare i problemi in anticipo e misurare più spesso i progressi nell’allenamento.
Quest’ultimo punto mi consente di osservare le tendenze, positive e non, nella programmazione in modo tale che, eventuali cambiamenti possano essere effettuati in modo appropriato e il più tempestivamente possibile.
Questo aiuta l’allenamento ad essere più efficace sul lungo periodo.
Puoi valutare i progressi usando anche mezzi e sistemi diversi dalle singole pesanti, che restano, a parer mio, più chiare come indicatori.
Oltre all’importanza di svolgere un lavoro specifico, abituarsi al 90% dell’1RM è utile anche per altri scopi. Molti atleti sono molto nervosi in gara, soprattutto prima di affrontare l’esecuzione degli Squat.
Se il tuo Opener (circa il 90% di solito) è inferiore a quello che gestisci ogni settimana in allenamento (92-93%) sarai molto più tranquillo sul secondo tentativo (di solito il 95%) che richiederà la tua attenzione, ma non produrrà ansia eccessiva.
Quando andrai a gareggiare per il tuo ultimo carico (100%), sarai sicuramente nervoso, ma si tratta di nervosismo e hype utile e conservato solo per il tentativo in cui ne hai più bisogno.
Naturalmente, tutti gli strumenti in materia di allenamento hanno limitazioni e svantaggi. Questo non è diverso.
Ad esempio, se un atleta non ha una buona competenza tecnica già con pesi leggeri, questo metodo è controindicato. Il caso contrario, può riscontrare il limite maggiore in una leggera riduzione del volume.
La singola è un working set che richiede un maggiore riscaldamento, quindi può sostituire 2-3 working set più leggeri (a seconda di quanto siano più leggeri). Questo di solito non è un problema, ma con poco tempo e bisogno di più volume, bisognerebbe prendere in considerazione un approccio diverso.
Conclusione: le singole sono un utile strumento che ti permette, tra le varie cose, di migliorare anche sotto il punto di vista emotivo. Esse migliorano la forza e la tecnica a carichi elevati, possono fornire agli allenatori informazioni importanti sull’andamento della programmazione e su futuri adattamenti dell’allenamento e, infine, possono aiutare gli atleti a ottenere prestazioni migliori in gara. L’unico svantaggio risiede in una leggera riduzione del volume di allenamento a cui non tutti gli atleti rispondono bene!
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AUTORE: Antonio Esposito
Veramente post ben fatto, non è da sottovalutare l’aspetto emotivo di affrontare dei carichi del 90%> quindi le singole pesanti sono veramente utili a ciò. Come già detto un’atleta potrebbe non rispondere bene ad allenamenti del genere, ma molto probabilmente ci si può adattare durante i vari blocchi per sopportare carichi sempre più elevati e non stressarsi così tanto con le singole
Interessante l’applicazione sotto l’aspetto psicologico. Per esperienza posso dire che l’emotività dell’atleta fa tanto in termini di prestazione, anche perché io sono uno di questi. Ed avere familiarità con una data intensità, ovviamente sempre ben programmata, giova tantissimo.
Quindi l’allenatore avrà il compito di capire anche che tipo di persona è il proprio atleta, in questo modo potrà tarare meglio tutto il lavoro!